Per funzioni in R, se x=ϕ(t) con ϕ∈C1 e invertibile:
∫abf(x)dx=∫ϕ−1(a)ϕ−1(b)f(ϕ(t))ϕ′(t)dt
In R2 invece, va trasformato il dominio D con una trasformazioneT∈C1 invertibile:
T:D′⊂R2(u,v)→D⊂R2↦(x,y)=(g(u,v),h(u,v))
la cui matrice Jacobiana sarà la matrice JT delle derivate parziali:
JT(u,v)=(∂u∂g(u,v)∂u∂h(u,v)∂v∂g(u,v)∂v∂h(u,v))
i cui punti (u,v) per cui det(JT(u,v))=0 vengono detti punti critici.
Inoltre, se per ogni (u,v)∈D′ il det(JT(u,v))=0, allora T è detto diffeomorfismo e T−1∈C1.
Per esempio, se la trasformazione è in coordinate polari:
T:[0,+∞[×[0,2π[(p,θ)→R2↦(x,y)=(pcos(θ),psin(θ))⇓JT(p,θ)=(cos(θ)sin(θ)−psin(θ)pcos(θ))⇒det(JT(p,θ))=p
e quindi (u,v)=(0,θ) (i.e. l'origine) è un punto critico.
La sostituzione avviene quindi con:
∬Df(x,y)dxdy=∬D′f(g(u,v),h(u,v))∣det(JT)∣dudv
Per esempio, se D={(x,y)∈R2:x2+4y2≤1∧x≤0∧y≥0}, allora l'ellissi nel secondo quadrante può essere rappresentata da:
T:[0,1]×[2π,π](p,θ)→D↦(x,y)=(pcos(θ),p21sin(θ))⇓∬Dy2+1dxdy=∬[0,1]×[2π,π]((p21sin(θ))2+1)21pdpdθ==∫2ππ∫0181p3sin2(θ)+21pdpdθ=321∫2ππsin2(θ)+8dθ=12817π